Tutte le donne possono Volare

In occasione dell’8 marzo le classi Prima, Seconda e Terza della primaria di Caniga si sono riunite per una riflessione congiunta. Punto di partenza è stata la lettura di un albo illustrato, “Amelia che sapeva volare”, che racconta in modo semplice il sogno di volare che Amelia Earhart aveva coltivato fin da bambina, contro ogni convenzione dell’epoca, fino a diventare la prima donna aviatrice. Amelia amava portare i pantaloni e aveva soltanto dieci anni il giorno in cui capì ciò che voleva diventare nella vita: uno zio le aveva costruito una rampa di lancio sul fienile e lei, percorrendola con una cassetta di legno, aveva sentito il vento tra i capelli e nel cuore. Quel giorno si era concluso per lei con le ginocchia sbucciate, ma anche con un sogno, che è poi riuscita a coltivare e realizzare.


Alla lettura sono seguite riflessioni guidate sull’importanza di essere liberi di scegliere il proprio mestiere e il proprio destino, soprattutto per le donne a cui ancora, in qualche parte del mondo, non è concesso.
Anche le insegnanti hanno raccontato aneddoti relativi alla loro infanzia… “Quando mi sono tagliata i capelli, mio padre non mi ha parlato per un giorno”, “Mia madre aveva indossato i jeans a casa di parenti e glieli avevano fatti togliere”, “Mi hanno obbligata a fare danza classica perché ero femmina”, …
I bambini hanno poi lavorato sulle professioni, concludendo che uomini e donne possono studiare e diventare ciò che più desiderano.

I più grandi di classe Terza hanno proseguito preparando con le loro mani una mimosa di carta da regalare ad una donna della loro famiglia.


Attraverso quest’attività a classi aperte, è stato possibile stimolare la riflessione dei bambini
sugli stereotipi di genere, con particolare attenzione al tema delle professioni, riflettere sui mestieri considerati da donna e su quelli considerati da uomo e sugli stereotipi che sono ancora presenti.

Da Caniga Primaria

Classi prima seconda e terza e le loro insegnanti

Romina Porro

Sara Serra

Articolo di Romina Porro

A cura di Stefania Nigra

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