NON SI DIMENTICA…

Ogni anno, il 27 gennaio è la Giornata della Memoria, è il giorno in cui si commemorano le vittime dell’Olocausto. Questa data è particolarmente importante in quanto corrisponde alla data in cui fu liberato il campo di concentramento di Auschwitz, nel 1945.

La scoperta di questo luogo rivelò tutta la crudeltà e la follia nazista, ma anche il lato peggiore del genere umano. Proprio per questo, per evitare di arrivare a commettere altri errori del genere, dobbiamo conservare nella nostra memoria la crudeltà di uno sterminio con milioni di morti tra ebrei, oppositori politici, omosessuali, portatori di handicap e diverse altre minoranze etniche e religiose.

Ecco una citazione:

I mostri esistono, ma sono troppo pochi per essere davvero pericolosi. Sono più pericolosi gli uomini comuni, i funzionari pronti a credere e obbedire senza discutere… Occorre dunque essere diffidenti con chi cerca di convincerci con strumenti diversi dalla ragione, ossia i capi carismatici: dobbiamo essere cauti nel delegare ad altri il nostro giudizio e la nostra volontà.
(Primo Levi)

Nel nostro plesso ogni anno si lavora per sensibilizzare i bambini a questo argomento, ma ho preso come esempio le classi terza e quinta, in basso le foto

In terza hanno letto la storia dell’orsacchiotto Otto.

Otto è un orso di peluche confezionato in una fabbrica di giocattoli della Germania che si ritrova, oramai vecchio e malconcio, nel negozio di un rigattiere. È l’orsetto stesso a raccontare la sua storia e la sua amicizia con David e Oskar, due bambini tedeschi inseparabili. Otto viene infatti regalato a David nel giorno del suo compleanno dai suoi genitori e da quel momento i tre trascorrono insieme ogni giorno, divertendosi ed inventando nuovi giochi. David però è ebreo e un brutto giorno lui e la sua famiglia vengono portati via dai soldati, ma prima di andarsene David consegna Otto al suo amico. Ben presto la guerra raggiunge anche la città di Oskar e i bombardamenti aerei la radano al suolo; Otto si ritrova solo, salvato da un soldato americano che, una volta terminata la guerra, lo porta in America dalla sua famiglia. Le sue traversie non sono però ancora finite e solo molti anni dopo Oskar lo ritroverà nel negozio del rigattiere; i due ritroveranno infine anche l’amico David di cui avevano perso le tracce molti anni prima.

In quinta hanno letto La storia di Vera.

Tre sorelle, Vera, Anna e Sara,  vengono portate in un campo di concentramento, le ragazze sono in compagnia della madre ed ascoltano i discorsi degli adulti: sono lì perché qualcuno pensa che siano diverse. Cosa vuol dire essere diversi? Eppure ognuno è diverso da un altro ma allo stesso tempo si è tutti esseri umani. Le ragazze non capiscono ma il fatto di essere insieme dà forza ad ognuna di loro.

Nel campo c’è qualcuno che le reputa fortunate, sono arrivate da poco e la guerra dura ormai da tanto tempo perciò la speranza che presto avrà una fine aleggia nell’aria, sussurrata, appena accennata.

Le giornate sono gelide e fredde ed è proprio per questo che Anna si ammala. Vera chiede aiuto ai soldati, vorrebbe solo una coperta per la sorella ma viene derisa ed è proprio la mancanza di cure che porta la ragazza alla morte solo tre giorni dopo.

E per finire racchiudiamo tutte le storie e tutti gli avvenimenti in una valigia, la valigia della MEMORIA

Da Forlanini maestra Speranza

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