Carissim*,
non voglio scrivere molto, solo lasciarvi una poesia che incontrerete prima o poi nella vita, magari alle Medie: io vorrei farvela leggere già da ora e invitarvi a riflettere e se avete voglia, a dire quali emozioni vi suscita e a cosa, secondo voi, si riferisce.
Se questo è un uomo
Voi che vivete sicuri
nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
che lavora nel fango
che non conosce pace
che lotta per mezzo pane
che muore per un si o per un no.
Considerate se questa è una donna,
senza capelli e senza nome
senza più forza di ricordare
vuoti gli occhi e freddo il grembo
come una rana d’inverno.
Meditate che questo è stato:
vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
stando in casa andando per via,
coricandovi, alzandovi.
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca,
i vostri nati torcano il viso da voi.
Primo Levi
da maestra Silvia che medita
Ciao.
Mi fa pensare a persone che non si possono permettere il necessario, che non possono mantenere figli, non possono mantenere una vita normale.
Mi fa venire tristezza.