I Sardi e la prima guerra mondiale

Dalla scuola secondaria di primo grado di via Forlanini, il professor Mario Carta scrive:

<<Giovedì 4 Aprile nella scuola secondaria di via Forlanini si è tenuto un incontro a classi aperte tra terza B e Terza C sulla partecipazione dei Sardi alla prima guerra mondiale.
Hanno tenuto l’incontro il dottor Giuliano Chirra e il Generale Natalino Madeddu. Ha introdotto e presentato i relatori il professor Marco Serra. Il dottor Chirra, medico, da sempre appassionato di storia è autore di approfondite ricerche negli archivi, presso le famiglie dei reduci e conoscitore dei luoghi che sono stati teatro delle guerre che hanno interessato l’Italia e in particolare i Sardi; ha alle sue spalle diverse pubblicazioni.

Il Generale Madeddu, padre dell’insegnante del’Istituto Comprensivo San Donato Eleonora, è stato comandante della Brigata Sassari. Ha condotto diverse missioni di pace tra cui a Nassirya, in Iraq. Gli studenti hanno posto domande agli interlocutori su quanto hanno studiato in Storia con le professoresse
Leccis e Torres.

Avendo lavorato sul libro “TRATTARE KE FRATES KERTARE KE INIMICOS”, frutto di una accurata indagine sulla realtà socio-economica della Sardegna negli anni della guerra del 1915-1918 e sul contributo umano che l’isola ha dato al conflitto.
Le ragazze e i ragazzi hanno chiesto come fossero i ragazzi dell’epoca che venivano arruolati, appena maggiorenni. Altresì chiedevano al Generale come era composta una brigata e
quali erano i gradi dei militari.

Il dottor Chirra, autore anche dei disegni che corredano il libro, invitava i ragazzi a due a due a interpretare quanto scritto a didascalia dei disegni; per far scoprire loro che i sardi nell’isola erano divisi tra di loro sia geograficamente che dal punto di vista linguistico e culturale, ma quando si sono trovati nei teatri di guerra oltremare ritrovavano uno spirito di appartenenza tra loro e alla propria terra, dando prova di grande coraggio, ardimento e generosità in battaglia annullando quello stereotipo che nel resto d’Italia c’era che li vedeva uomini aridi, primitivi e violenti e dediti al ladrocinio, come arida, violenta, povera e inospitale era la Sardegna. L’incontro si è concluso con un computo del tributo di vite umane da parte della Sardegna, dell’Italia in generale e di tutti gli stati d’Europa e della Russia>>.

<<Centomila giovani sono partiti dalla Sardegna ma quindicimila di loro non hanno mai fatto rientro a casa. L’incontro è servito anche a fare una riflessione sulla guerra e sulle guerre che oggi mietono ancora vittime innocenti in varie parti del mondo>>.

articolo a cura di Adriana Mossa

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