Un carnevale da riciclo

Quest’ anno, in tema di educazione ambientale, per realizzare le nostre maschere abbiamo utilizzato una tecnica un po’ dimenticata, o per lo meno poco considerata e sottovalutata, ma che invece ha una grande valenza sia in termini di manualità, sia per trasmettere ai bambini l’importanza del riciclo. Pensare che tutto si possa trasformare, diventando qualcosa di nuovo e divertente con cui giocare, oltreché acquisire abitudini e pratiche poco dispendiose per sollecitare alla riduzione del consumismo.

Parlare di raccolta differenziata, riciclo e rispetto dell’ambiente è importante ma non è sufficiente, occorre metterlo in pratica. E allora perché non proporre ai bambini la tecnica della cartapesta?

Realizzare creazioni in cartapesta significa dar vita a piccoli e grandi progetti di riciclo creativo.

La cartapesta, tradizionalmente, viene utilizzata per allestire i carri allegorici del Carnevale e realizzare maschere di ogni tipo e forma.

https://images.app.goo.gl/ezWCewyznmXYTJRn7

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Ci tornano  alla mente bellissimi ricordi di scuola di quando, da piccoli, ci siamo cimentati in questa tecnica insieme alle nostre maestre, per la preparazione del materiale e la realizzazione di oggetti da dipingere.

Osservare i bambini, grandi e piccini, mentre sperimentano  questa tecnica,  ne ha mostrato la grande validità. Attraverso piccoli gesti di manualità fine, i bambini imparano a controllare l’esecuzione  di semplici azioni in successione cronologica e coordinare piccoli movimenti che serviranno per sviluppare e rendere più armoniosi quelli più complessi e articolati.

I bambini e le maestre danno, quindi, il via al laboratorio più colloso che ci sia!! Ci si sporca, questo sì, ma il risultato e il divertimento sono assicurati, un po’ meno quando bisogna sistemare, riordinare e pulire… uff!  Ma perché significa che il laboratorio purtroppo è terminato!

Il materiale occorrente è molto facile da trovare e allora andiamo alla ricerca…

cosa ci serve?

  • un pennello
  • acqua
  • tanta colla vinilica
  • carta di giornale
  • cartone di vario spessore
  • una bacinella o una vaschetta

E così i bambini vengono coinvolti nella ricerca del materiale da portare a scuola. Già l’indomani arrivano  a scuola con buste cariche di giornali, scatole di scarpe e cartone di ogni tipo.

Per prima cosa i bambini si sono cimentati nello strappo della carta a strisce lunghe seguendo la  trama del foglio. Niente forbici perché più il bordo è irregolare e migliore sarà il risultato.

Successivamente, ognuno ha scelto la forma della maschera che voleva realizzare: ovale?, quadrata?, rettangolare?, tonda?  Una volta ritagliata la sagoma della maschera da rivestire, vengono prese le misure degli occhi e della bocca.

Si diluiscono, in una bacinella, acqua e colla vinilica in proporzione di 1:3. Poi si mescola il tutto con un pennello per amalgamare bene fino a ottenere una consistenza liscia. Se il miscuglio è troppo liquido o denso, occorre aggiustare la consistenza aggiungendo più colla se è liquido, più acqua se è troppo denso.

Attenzione bambini! Osservate che non ci siano bolle! È troppo denso? È troppo liquido? La preparazione è importante! E così anche il lessico migliora con l’osservazione e la sperimentazione.

Successivamente si immergono, una alla volta, le strisce di carta di giornale, attendendo che siano imbevute bene di colla e si applicano, sempre una alla volta, coprendo completamente lo spazio della maschera cercando di farle aderire bene.

Ci vorranno almeno due strati di carta per rendere resistente il manufatto. Le strisce di carta vengono posizionate dai bambini, uno strato in senso orizzontale e uno in senso verticale.

Una volta coperta la base, quando questa è completamente asciutta, i bambini ritagliano le parti di carta in eccesso ormai indurita e inutile.

Infine ogni bambino pittura, decora e personalizza la propria maschera con tanta fantasia.

Ed ecco pronte tutte le mascherine di cartapesta! Riconoscete qualche personaggio?

E adesso un po’ di storia della cartapesta (dal PortaleWeb)

La cartapesta non è una scoperta recente, ma è una tecnica artistica che ha origini molto lontane. Sembra, infatti, che tra i primi ad usarla fossero gli antichi greci e che la utilizzassero proprio per realizzare le maschere delle rappresentazioni teatrali, ma al posto della carta veniva usata la fibra di lino. 

Alcuni sostengono che, ancora prima, gli egizi utilizzassero un procedimento simile per creare le maschere funebri e le decorazioni dei sarcofagi.

In Italia la cartapesta inizia ad essere utilizzata con finalità artistiche a partire dal Quattrocento, da Michelangelo e Donatello, solo per citare due nomi. Questo materiale povero serviva a preparare i bozzetti delle opere scultoree, permettendo di sperimentare nuove forme. È  in epoca Barocca (‘600-‘700 a.C.) che la cartapesta raggiunge l’apice di utilizzo, tanto da far nascere un vero e proprio professionista della materia, il cartapestaio. Tra le opere più note dell’epoca ricordiamo i quattro angeli che ornano il baldacchino di San Pietro, realizzati da Domenico e Gregorio De Rossi su disegno di Gianlorenzo Bernini.

A partire dalla seconda metà del ‘700, fu l’Inghilterra a dar maggior importanza e risalto all’uso di questa tecnica. Si iniziò ad usare la cartapesta al posto dello stucco, soprattutto, per decorare muri e soffitti.

Interessante vero?

Dai bambini, dalle bambine e dalle maestre della scuola dell’infanzia di Via Ugo La Malfa è tutto!

Articolo di maestra Alessandra Nieddu

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